Liberi di informare

Il 3 maggio ricorre la Giornata mondiale della libertà di stampa (istituita nel dicembre 1993 dall’Assemblea generale dell’ONU) per evidenziare l’importanza di un’informazione libera, indipendente e per ricordare ai governi nazionali i loro doveri per far rispettare l’articolo 19 della dichiarazione universale dei diritti umani: “Ogni individuo ha il diritto alla libertà di opinione e di espressione, incluso il diritto di non essere molestato per la propria opinione e quello di cercare, ricevere e diffondere informazioni e idee attraverso ogni mezzo e senza riguardo a frontiere”.

Nel 2020 il Segretario Generale dell’ONU, Ban Ki-moon e il Direttore Generale dell’UNESCO, Irina Bokova, hanno sottolineato come la libertà di stampa sia un valore “essenziale” per la “costruzione di una di una società libera e democratica”. Tuttavia, l’esercizio di tale diritto, “non avviene automaticamente” ma necessita di un ambiente sicuro, nel quale “tutti possano parlare liberamente e apertamente, senza timore di rappresaglie”. Bisogna “rinnovare il nostro impegno in un’epoca irta di sfide”.

Più di 600 giornalisti sono stati assassinati negli ultimi 10 anni. Inoltre, ancora troppi lavoratori nel settore dei media subiscono intimidazioni, minacce e violenza e molti altri ancora sono vittime di detenzione arbitraria e torture. Ci sono anche tanti che sono sottopagati da editori che ritengono di compensare l’impegno costante, attento, professionale con la gloria di scrivere per una testata importante. “Di fronte a cotanta insicurezza e ingiustizia, dobbiamo agire in maniera decisa”. Non a caso, il tema che l’UNESCO ha scelto per quest’anno è “Parlare senza timore: assicurare la libertà d’espressione in tutti i mezzi d’informazione”, senza trascurare i canali digitali, i social media producer. Tutti loro così come le proprie fonti temono infatti di fronte alle minacce fisiche, ma anche alla violenza psicologica ed emotiva, alle pressioni dei potenti.


Nella “Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea” ci sono due articoli in merito. Il 10 chiarisce che “ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza e di religione” soffermandosi su alcuni aspetti. L’11 entra maggiormente nel dettaglio precisando che “ogni individuo ha diritto alla libertà di espressione. Tale diritto include la libertà di opinione e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni o idee senza che vi possa essere ingerenza da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiera”. Nel secondo comma è puntualizzato che “la libertà dei media e il loro pluralismo sono rispettati”.


In Italia tale libertà è sancita dall’articolo 21 della Costituzione (in vigore dal 1° gennaio 1948) che, merita di essere ricordato interamente: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure. Si può procedere a sequestro soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria nel caso di delitti, per i quali la legge sulla stampa espressamente lo autorizzi, o nel caso di violazione delle norme che la legge stessa prescriva per l’indicazione dei responsabili. In tali casi, quando vi sia assoluta urgenza e non sia possibile il tempestivo intervento dell’autorità giudiziaria, il sequestro della stampa periodica può essere eseguito da ufficiali di polizia giudiziaria, che devono immediatamente, e non mai oltre ventiquattro ore, fare denunzia all’autorità giudiziaria. Se questa non lo convalida nelle ventiquattro ore successive, il sequestro s’intende revocato e privo d’ogni effetto. La legge può stabilire, con norme di carattere generale, che siano resi noti i mezzi di finanziamento della stampa periodica. Sono vietate le pubblicazioni a stampa, gli spettacoli e tutte le altre manifestazioni contrarie al buon costume. La legge stabilisce provvedimenti adeguati a prevenire e a reprimere le violazioni”.


Parole precise, chiare, forti, dirette che non devono assolutamente cadere nel vuoto, essere dimenticate, trascurate. Ricordarle, memorizzarle è importante.

Non c’è notizia peggiore di quella che non viene scritta

 





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