Poca gente, ma ricca di spunti l’assemblea su Quarto

Pochi, ma vivi, realmente interessati al tema, vogliosi di ascoltare, riflettere, esporsi. Questa la sintesi del 3° incontro del ciclo “Uno sguardo sulla città” di Quarto organizzato dai sacerdoti della Forania. L’ingresso nel teatro del Centro Qin+ di via Marmolito è stato devastante. Anche questa sera (giovedì 26) c’erano sedie vuote (e la partita del Napoli non è ancora iniziata). Gli appelli alla partecipazione sono caduti nel vuoto e lo ha sottolineato anche don Genny Guardascione nel suo intervento in cui ha rimarcato l’assenza pure degli esponenti delle comunità parrocchiali (catechisti, collaboratori, operatori pastorali) ed il generale “senso di apatia che caratterizza” questo paese in cui “tutti sono bravi a criticare, a puntare il dito, ma nessuno si mette in gioco”. E’ giunto il momento di farlo perché il territorio non può più attendere altrimenti il prossimo funerale sarà il suo. “Ci sono risorse incredibili in diversi ambiti, ma – ribadisce il presbitero – sono state calpestate, dimenticate dai cittadini. Basta, non è possibile. Bisogna iniziare a guardarsi in faccia”. Necessaria un’assunzione di responsabilità, una mano sulla coscienza, ammettere gli errori commessi (tanti, troppi) e lasciare spazio a gente nuova, motivata, propositiva. “Sappiamo cosa serve, manca – afferma Gennaro LaudicinoDobbiamo essere controllori dei futuri amministratori, ma anche attori: avanziamo idee su come risolvere i problemi. Non siamo tecnici, ma abbiamo voglia e capacità. Siamo in una fase storica drammatica per il comune che è conseguenza di 25 anni in cui i partiti e le istituzioni sono stati latitanti e collusi con la criminalità. Solo la Chiesa ha avuto la sensibilità di rispondere, replicare, divenendo un punto di riferimento importante pure per chi non è credente. L’apporto della Forania è stato determinante anche nella battaglia contro le discariche agli Spinelli ed al Castagnaro. Le comunità sane devono affiancarla ed operare in modo trasversale, attivo, cosciente, organizzato per imporre noi l’agenda ai politici che devono fare i nostri interessi e non quelli della camorra che controlla il territorio. Occorre poca presunzione, molto spirito di abnegazione, voglia di imparare, la forza di sapersi rialzare dopo le cadute”. “E’ una montagna irta, ma la scalata deve iniziare a piccoli passi”, senza pensare che sia impossibile. Essere già battuti in partenza consegnerà il potere ai soliti noti e sarà percorsa “una strada vecchia che non condurrà ad un mondo nuovo”, migliore. Urge grande coraggio, volontà di sacrificarsi. Le conseguenze delle cattive gestioni precedenti (di ogni schieramento) sono evidenti, davanti agli occhi di tutti ed ogni giorno che passa il baratro s’avvicina. “Bisogna denunciare quotidianamente, non solo a ridosso delle elezioni – attacca Domenico BresciaIn questi appuntamenti alcuni problemi sono stati enunciati ed hanno un comune denominatore: la cattiva gestione tecnica ed amministrativa. Negli ultimi 30 anni i danni minori sono stati fatti dai commissari che, nell’occuparsi dell’ordinario, si sono dovuti affidare ai tecnici in organico che sono il legame tra la camorra ed il territorio. Costoro vivono tra noi e devono provare le difficoltà dei diversamente abili (il problema delle barriere architettoniche), degli anziani, dei bambini nelle scuole fatiscenti, dei pedoni che passeggiano tra i rifiuti, a circolare sulle nostre strada”. Una breve lista delle carenze che, stranamente, non sono notati da una parte di quelli che sono nelle stanze dei palazzi di via De Nicola. Il rinnovamento deve iniziare da lì e nella mentalità. “La democrazia è partecipazione – ricorda una donna – Il voto andrà espresso con coscienza e consapevolezza”. “Rifiutiamo di porre la x sul nome o sul simbolo di colui che ci ha promesso in cambio un lavoro, anche se serve in questo periodo di crisi – rilancia una giovane – Non dobbiamo venderci per 50 o 100 euro. La nostra dignità vale tanto. Dobbiamo scegliere dopo aver approfondito, valutato i programmi”. E’ emersa la volontà di confrontarsi con i candidati sindaco che sono stati latitanti a queste sessioni. Alcuni completamente assenti, certi sono stati protagonisti di fugaci apparizioni, altri presenti sempre. Non menzioniamo nessuno, ma i diretti interessati sono intelligenti per capire a chi è rivolta la frecciata. “I partiti si attrezzano solo a ridosso delle elezioni, aprendo sedi e facendosi vedere in giro – sottolinea una signora – Dov’erano negli anni di commissariamento?”. Una bella domanda che, difficilmente troverà una risposta da parte di tutti, come accadde quando il sottoscritto interrogò i politici sulla relazione del Ministero degli Interni circa lo scioglimento per infiltrazioni camorristiche. Un documento che invito tutti a cercare su internet, leggere e ricordare. E’ storia che non si può cancellare. Penalizza, influenza ognuno di noi che, in un modo o nell’altro, siamo corresponsabili del disastro attuale.

 

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